Che cos’è la dichiarazione di ospitalità
La dichiarazione di ospitalità è la comunicazione che il proprietario, l’affittuario o chi detiene legalmente un immobile deve inviare alla Questura per segnalare che sta ospitando una persona presso la propria abitazione.
Questo documento è necessario sia per ospiti italiani che per cittadini stranieri, ma assume particolare rilievo per i soggetti non appartenenti all’Unione Europea. In questi casi, l’obbligo di comunicazione è strettamente collegato ai controlli di soggiorno e all’aggiornamento delle banche dati della Pubblica Sicurezza.
Inoltre, la dichiarazione di ospitalità per residenza è utilizzata quando l’ospite intende fissare la propria residenza anagrafica presso l’indirizzo dell’ospitante, ad esempio nel caso di ricongiungimento familiare, coabitazione o trasferimento stabile. Puoi consultare le linee guida ufficiali sul sito del Ministero dell’Interno.
Consiglio dell’esperto:
Prima di presentare una dichiarazione di ospitalità, verifica se l’ospite è cittadino UE o extra-UE. Le tempistiche e la documentazione cambiano in base alla nazionalità. In caso di stranieri extra-UE, la comunicazione alla Questura entro 48 ore è obbligatoria e il mancato rispetto del termine può comportare sanzioni.
Quando serve la dichiarazione di ospitalità
1. Ospitalità a cittadini stranieri extra-UE
Quando si ospita un cittadino extracomunitario, la dichiarazione di ospitalità è obbligatoria per legge e deve essere presentata alla Questura entro 48 ore dall’arrivo dell’ospite presso l’abitazione. Il termine è tassativo e vale anche per soggiorni di breve durata — perfino di una sola notte.
L’obbligo è sancito dall’articolo 7, comma 1, del D.Lgs. 286/1998 (Testo Unico sull’Immigrazione), che stabilisce la responsabilità diretta dell’ospitante nella comunicazione delle presenze di cittadini stranieri. L’obiettivo è garantire la tracciabilità degli ingressi sul territorio nazionale e favorire controlli di sicurezza e regolarità del soggiorno.
In pratica, il proprietario o l’affittuario deve compilare il modulo indicando i dati anagrafici dell’ospite, il numero del documento d’identità o passaporto, la durata della permanenza e l’indirizzo preciso dell’alloggio.
Omettere o ritardare la comunicazione può comportare sanzioni amministrative fino a 320 euro e, nei casi più gravi, la segnalazione alle autorità competenti per mancata osservanza di obblighi di pubblica sicurezza.
2. Ospitalità a cittadini UE o italiani
Per i cittadini dell’Unione Europea o per gli italiani ospitati presso un’abitazione privata, la presentazione della dichiarazione non è sempre obbligatoria, ma resta fortemente consigliata in determinate circostanze.
In particolare, è richiesta quando l’ospite intende trasferire la residenza anagrafica presso il domicilio dell’ospitante o quando si instaura una convivenza stabile. In questi casi, il Comune utilizza la dichiarazione di ospitalità come prova del reale domicilio della persona ai fini anagrafici.
La mancata comunicazione può ritardare l’iscrizione anagrafica o la registrazione della residenza, specialmente nei casi di familiari stranieri di cittadini UE, per i quali la dichiarazione è spesso necessaria anche ai fini del rilascio della carta di soggiorno.
Inoltre, dichiarare correttamente l’ospitalità permette di tutelare l’ospitante da possibili contestazioni su occupazioni non autorizzate o utilizzi impropri dell’immobile.
3. Ospitalità per motivi di studio o lavoro
Nel caso di studenti internazionali, tirocinanti o lavoratori provenienti da Paesi stranieri, la dichiarazione di ospitalità rappresenta uno strumento essenziale per la regolarità del soggiorno e la gestione amministrativa delle presenze.
Università, aziende e famiglie che ospitano persone per motivi formativi o professionali hanno l’obbligo di segnalare tempestivamente alle autorità locali chi viene accolto. In molte città italiane, la mancata dichiarazione è soggetta a sanzioni amministrative e può compromettere il rinnovo del permesso di soggiorno dell’ospite.
È buona pratica allegare, oltre ai documenti d’identità, anche una lettera d’invito o di accoglienza che illustri il motivo del soggiorno e la durata prevista, in modo da fornire una prova chiara del legame tra ospitante e ospitato. Questo è particolarmente utile per i programmi Erasmus, gli stage internazionali o le collaborazioni accademiche riconosciute dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Consiglio dell’esperto:
Se ospiti presso la tua abitazione studenti o lavoratori stranieri, allega sempre una lettera di invito o di accoglienza firmata dall’ospitante e, se possibile, dal datore di lavoro o dall’università. Questo documento, anche se non obbligatorio, accelera le pratiche amministrative e previene contestazioni sulla natura dell’ospitalità.
4. Ospitalità temporanea o turistica
Anche nel caso di ospitalità a breve termine, come affitti turistici, B&B o locazioni brevi tramite piattaforme come Airbnb, l’obbligo di comunicazione resta in vigore. Gli ospitanti devono registrare gli ospiti sul portale “Alloggiati Web” della Polizia di Stato, caricando i dati anagrafici entro 24 ore dal check-in (12 ore se si tratta di un solo pernottamento).
Questo sistema, regolato dal D.M. 7 gennaio 2013, serve a monitorare i flussi turistici e garantire la sicurezza pubblica. Anche chi affitta una singola stanza o parte della propria abitazione è tenuto a rispettare la procedura.
Oltre alla funzione di sicurezza, la registrazione corretta tutela il locatore da potenziali contestazioni fiscali e offre maggiore trasparenza nei rapporti con le autorità locali. In alcune regioni, l’omissione di comunicazione può comportare la sospensione del codice identificativo turistico (CIR) necessario per operare legalmente.
Come si compila una dichiarazione di ospitalità
1. Inserire i dati completi dell’ospitante
Riporta con precisione nome e cognome, codice fiscale, data e luogo di nascita, cittadinanza, indirizzo completo (via, numero civico, CAP, Comune e Provincia) e gli estremi del documento d’identità (tipo, numero, autorità rilasciante, data di rilascio e scadenza). Se l’immobile è in comproprietà o il contratto di locazione è intestato a più persone, è opportuno indicare tutti i co-titolari o allegare una delegazione/consenso scritto. Per persone giuridiche (aziende, enti, università) aggiungi ragione sociale, partita IVA/codice fiscale, sede legale e dati del rappresentante legale o del referente che firma. Verifica che l’indirizzo ospitante coincida con quello risultante da atto di proprietà/contratto: incongruenze generano richieste di integrazione.
2. Compilare i dati dell’ospitato
Indica nome e cognome esattamente come sul documento, sesso, data e luogo di nascita, cittadinanza, numero e tipologia del documento (passaporto/carta d’identità), autorità rilasciante, data di rilascio e scadenza. Specifica motivo del soggiorno (studio, lavoro, visita familiare, residenza) e periodo con date di inizio/fine realistiche; se “a tempo indeterminato” per residenza, scrivilo chiaramente. Per cittadini extra-UE allega visto (se previsto) o permesso di soggiorno/ricevuta di richiesta rinnovo; in ingresso senza visto, indica il timbro d’entrata in Schengen. Per minori, allega anche consenso dei genitori o del tutore e i loro documenti.
Controlla che i dati del documento coincidano con la copia allegata (numeri e lettere, eventuali doppi cognomi). In caso di più ospiti (ad es. nucleo familiare), compila una scheda per ciascuno o un elenco nominativo firmato dall’ospitante.
3. Specificare il motivo e la durata dell’ospitalità
Descrivi il motivo con sufficiente dettaglio (ad es. “tirocinio curriculare presso l’Università X dal … al …”, “ricongiungimento familiare con coniuge residente a …”, “trasferimento per lavoro presso …”), evitando formule generiche. Indica la durata come intervallo di date; se la finalità è la residenza stabile, segnalalo, perché il Comune userà la dichiarazione per i controlli anagrafici (accertamento di dimora abituale). Per soggiorni brevi legati a studio/lavoro/turismo, specifica se l’ospitalità include uso esclusivo o condivisione degli spazi, utile in caso di verifiche.
Se la permanenza cambia (proroga/uscita anticipata), effettua una nuova comunicazione di variazione; la tracciabilità delle date è importante per l’eventuale rinnovo del titolo di soggiorno dell’ospite. Evita sovrapposizioni: se l’ospite si sposta, chiudi formalmente l’ospitalità precedente.
Consiglio dell’esperto:
Evita di indicare motivazioni generiche come “visita personale” o “soggiorno temporaneo”. Specificare dettagli (motivo, durata, contesto) rende la dichiarazione più chiara e riduce la probabilità di richieste di integrazione da parte del Comune o della Questura.
4. Firma e allegati
La dichiarazione deve essere firmata in originale dall’ospitante (firma leggibile e conforme al documento). Se effettui un invio digitale, usa firma elettronica qualificata o le modalità ammesse dal tuo Comune/Questura; conserva la ricevuta di protocollazione. Allegati tipici: documento d’identità dell’ospitante, documento dell’ospitato (passaporto/carta), eventuale visto/permesso per extra-UE, e quando richiesto atto di proprietà o contratto di locazione (più ultima bolletta o certificato di residenza per provare la disponibilità dell’immobile). Per aziende/atenei: visura e delega al firmatario.
Verifica i requisiti formali: copie fronte/retro leggibili, file uniti in un unico PDF, coerenza tra indirizzo dichiarato e titolo di disponibilità, rispetto dei termini di presentazione (in genere entro 48 ore dall’arrivo). Inserisci l’informativa privacy al trattamento dei dati, ove prevista, e limita gli allegati ai soli documenti richiesti per evitare ritardi nelle istruttorie.
Cosa deve contenere una dichiarazione di ospitalità
Per essere valida, la dichiarazione deve includere:
- Dati identificativi dell’ospitante e dell’ospitato: servono a confermare la liceità dell’accoglienza e l’identità delle parti coinvolte.
- Indirizzo completo dell’immobile: indicare via, numero civico, Comune e Provincia per individuare il luogo di soggiorno.
- Motivo e durata del soggiorno: specificare chiaramente se si tratta di una visita temporanea o di un trasferimento di residenza.
- Documenti allegati: copie dei documenti di identità e, per gli stranieri, passaporto o permesso di soggiorno.
- Firma dell’ospitante: la mancanza della firma rende nullo il documento e può comportare sanzioni amministrative.
Consigli pratici per scrivere una dichiarazione di ospitalità
- Rispetta i tempi di legge: la comunicazione va presentata entro 48 ore dall’arrivo dell’ospite.
- Verifica la modulistica locale: alcune Questure o Comuni richiedono modelli specifici.
- Controlla i documenti: allega solo copie leggibili e aggiornate.
- Tieni copia della ricevuta di consegna: è la prova dell’avvenuta comunicazione.
- Aggiorna la dichiarazione in caso di variazioni: se l’ospite si trasferisce o prolunga la permanenza.
Consiglio dell’esperto:
Utilizza sempre modelli aggiornati e conformi alle disposizioni vigenti. Con Legally.io puoi creare la dichiarazione di ospitalità corretta per ogni situazione (turismo, lavoro, residenza), con campi obbligatori e istruzioni di invio alla Questura o al Comune. Un modello errato o incompleto è una delle cause più frequenti di rigetto da parte delle autorità.
Conclusioni
La dichiarazione di ospitalità è un adempimento obbligatorio ma semplice, che serve a garantire trasparenza e sicurezza. Compilarla correttamente è fondamentale per evitare sanzioni e problemi con la Questura o il Comune.
Con Legally.io puoi creare, personalizzare e scaricare il tuo modello già pronto da presentare alle autorità, riducendo errori e risparmiando tempo.
